C’era una volta tanto tempo fa
una fatina, che regalava felicità,
Ma accadde un giorno tristemente
Che ogni bimbo crebbe improvvisamente
E della fata in un baleno si dimenticò
Perché la fantasia alla razionalità il posto lasciò.
La fata, allora , quella matta,
Non arrendendosi alla disfatta,
Cercò di risvegliare la fantasia
ma fu in realtà solo una pazzia:
perché impose la sua presenza
a chi voleva solo starne senza!
Nessuno ora sente più la sua mancanza,
Forse solo chi nella sua stanza,
Ha ancora un cassetto pieno di desideri
Sperando che un giorno diventino veri;
Così ogni notte, in silenzio, guarda una stella
E ammirandola per quanto è bella,
Cerca fiducioso la fata maldestra,
appoggiato al davanzale della finestra
E se per caso brillerà una luce nuova,
Sarà la speranza che si rinnova
Perché quel bimbo in cuor suo saprà
Che la fata da lontano lo veglierà!
(Monica)
La mia fatina non lascerò,
dentro il cassetto di un comodino,
voglio svegliarmi presto al mattino,
con la fatina sul mio cuoricino