Un giorno un pesce piccoletto
Abboccò ad un amo, poveretto
E vedendosi ormai spacciato
Si rivolse al pescatore disperato:
“Ti prego lasciami andare
Son piccolo, hai poco da mangiare
Quando più grande sarò diventato
Farai di me un pranzo prelibato!”
Il pescatore lo osservò attentamente
Quel pesce parlava argutamente,
Ma non lo avrebbero ingannato le sue parole
Aspettava un pesce da ore
E adesso che lo aveva pescato
Non lo avrebbe mai liberato
Perché chi del poco si sa accontentare
Di certo non potrà mai sbagliare
Chi aspetta cose grandi disprezzando le note
Resta invece con le mani vuote!
(Monica)
Buongiorno Monica, ti vorrei ringraziare, con le tue rime ci fai ragionare, argute allegre e leggere, ogni mattina le leggo con piacere
come il pescatore si accontenta della preda abboccata per prima
io resto pazientemente in attesa della tua prossima rima
Il pescator si accontenta della preda abboccata per prima
Io pazientemente aspetto la tua prossima rima
Bellissima anche questa tua fiaba, quasi commovente il pesciolino ma saggio e previdente il pescatore.
Tu sai bene, Monica, mi conosci, sai che sono portato a cercare costantemente soluzioni e non demordo, sino allo sfinimento, hai imparato a conoscermi.
Ecco quel pescatore aveva ormai pescato, sapeva che qualcosa aveva in mano e si è fermato; non è andato oltre, anche se spinto dalle parole astute del pesciolino.
Saggezza e moderazione seppure nell’insistenza, quando lo scopo è stato raggiunto. Lasciamo le illusioni agli illusi.
Fantastica filastrocca, degna della tua firma, cara Monica
un abbraccio di buona notte
ciao a presto
Buona notte Momo, carissima, un bacione
Mi hai stupito con un altro dei tuoi bellissimi racconti pregni di morale.
Ora, è tardi, ma domani ne approfitterò per raccontarla ai bimbi, che di solito, appena sentono il tuo nome, strabuzzano gli occhi e ti pensano come si pensa ad una fata; la “fata delle favole”, l’angelo delle filastrocche fantasiose.
Notte serena, cara, a domani :-DDD
tua affezionata Marta