L’invito a pranzo

Da piccola mi hanno raccontato
Che una volpe a cena una cicogna ha invitato,
Ma poco cortese e assai astuta
Servi’ una bevanda che andava bevuta,
In un piatto largo e basso,
E la cicogna resto’ come un sasso
Perché pensava “col mio becco
Questa pietanza di sicuro non lecco!”
Decise quindi di ricambiar l’invito
e alla volpe il cibo fu servito
In una bottiglia dal collo lunghissimo,
L’animale rimase affamatissimo,
Potendo solo guardar dall’esterno
Il ghiotto cibo che era all’interno.
Capi così la volpe furbetta
Che chi la fa prima o poi l’aspetta!

(Monica)

 

Pubblicato da dilloconunarima

Sono Monica, 37 anni, fiorentina, fiera ed innamorata della città del giglio. Amo tutto ciò che è fantasia e creatività. Adoro Walt Disney, Tolkien, Pollman e (come non farlo) Rowling. Ma sopra ogni cosa scrivo, scrivo filastrocche in rima, e lo faccio con così tanto amore che mi sono chiesta: "perché non scrivere un intero libro in rima?". Per il momento lascio il mio sogno nel cassetto, ma cercherò di rallegrarvi con i miei pensieri in rima quotidiani. Ben presto Vi farò conoscere Fiorenzo. Vi piacerà. Ne sono certa. ;)

6 Risposte a “L’invito a pranzo”

  1. Ma il lupetto è il più cattivello perchè non ti serve in nessun piattello. La sua cena sei solo tu e si tuffa a fauci in giù ^__^

    Bella morale che hai raccontato oh bella Monica dal buon palato.
    Una storiella che non ricordavo più e felice, ora, sono di più, d’avere trovato un’amica speciale che pranzo e cena m’offre il maiale.
    Che il porcellino si sa, quand’è fatto bene è una delizia se lo si mangia in amicizia.
    Xchè la furbizia non paga se l’amore dilaga.

    Un bacio con affettto e simpatia in amicizia ^___^

  2. Però un invito te lo devo fare in un ristorante come piace a te, oppure in una zona di campagna, seduti in una bella trattoria.
    Con vinello bianco fresco e frizzantino poi tante leccornie della casa.
    Dai piatti di pasta, con vongole e bottarga, al maialino sardo cotto bene
    (Porceddu)
    E prima ancora tanti antipastini, di gusto buono per il tuo palato.

    Perchè per te, angioletto bello, il meglio deve essere preparato prelibato.

    Ecco ti vedo già vestita a festa, in modo casual, colorato.
    Avanzi a passi lenti, illumini il locale, come una stella brilla sopra il mare.

    Buon appetito Monica :-))))

  3. Che bella lezione insegna la cicogna, non si deve deridere ma condividere, buona serata musa fatata

  4. La bella e istruttiva storia della volpe e della cicogna mi ha fatto più volte riflettere su come le persone, a volte volontariamente per cattiveria ma a volte anche quasi involontariamente per una forma consolidata di egoismo, facciano dei doni che gradiscono loro stessi in prima persona e non il destinatario il quale addirittura, come in questo caso, non si trova nemmeno nelle condizioni di poterne godere…Quante volte ci è capitato?Magari abbiamo commesso anche noi questo errore nel porgere un dono? L’offrire e il donare sono gesti che andrebbero fatti pensando al bene esclusivo dell’altro prescindendo anche dal proprio……Ma tutto ciò…a quanto pare….e sempre stato e continua ad essere molto difficile…….Non so se la storia nascondesse anche questo significato ma io ce L’ho sempre visto e volevo condividerlo con Monica, ringraziandola di cuore per le sue meravigliose rime piene di colore e di fantasia, e con i suoi lettori.

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